Storia della grafologia
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Storia della grafologia

di Silvia Mazzolini

(seconda parte)

Il primo importante e significativo studio della scrittura è opera dell’Abate J.I. Michon (1806-1881). Sacerdote sulpiziano, studioso di giornalismo, botanica, geologia e archeologia, conia per primo il termine Grafologia e si dedica al suo studio soprattutto nell’ultimo decennio della sua vita. Michon ebbe il merito di emancipare la grafologia da scienza occulta a studio vero e proprio, sistematico, con osservazioni e principi a carattere scientifico. Pubblica Les Mystères de l’ècriture (1872), Systeme de Graphologie (1875), Méthode pratique de graphologie (1878). Quest’ultimo è un primo vero trattato dove viene elaborato un complesso e articolato metodo di interpretazione delle scritture, classificando e nominando ogni singolo tratto grafico e interpretando le risultanti sotto il profilo psico-comportamentale. Enuncia inoltre una serie di principi e distingue le diversità tra una scrittura artificiale e naturale:

  • Ogni movimento dell’anima produce un movimento particolare della penna
  • La scrittura non ha sesso (non è possibile determinare il sesso di uno scrivente)
  • La scrittura segue lo sviluppo delle facoltà e delle passioni dell’uomo
  • La scrittura si trasforma con i cambiamenti di posizione sociale

La vera innovazione è il maggiore spazio concesso all’approccio fisiologico: il ruolo centrale del sistema nervoso in ordine alla vita psichica e fisica appare chiaramente al Michon come la chiave della grafologia. All’epoca non era ancora possibile usare i dati della fisiologia poiché ancora insufficienti a spiegare il meccanismo grafico, ma il fatto di riconoscere che il procedimento interpretativo del gesto dovesse tenere conto della sua natura fisio-psichica, costituiva una determinante novità. Da questo momento in poi lo studio della scrittura diventa appannaggio di studiosi prestigiosi che si sono distinti in ambiti accademici e scientifici dell’epoca.

Storia della grafologia

Cesare Lombroso, psichiatra (Italia 1835-1909), considerato il padre dell’antropologia criminale, 

pubblica Grafologia (1895), dove ricerca segni distintivi nelle grafie dei malati, dei pazzi, dei geni, e dei delinquenti.

Storia della grafologiaLombroso, scrittura dei pazzi. Da ‘Grafologia’, (collezione personale)

Fu il primo ad eseguire studi adottando su larga scala gli strumenti statistici e il suo operato da psichiatra, all’interno dei manicomi, gli permise di avere a disposizione dati da analizzare in grande quantità. Certamente le sue teorie, che riguardano la possibile interpretazione di un uomo delinquente analizzandone la grafia, risultano ad oggi suggestionate dalle competenze mediche del tempo e dai discutibili trattamenti riservati all’epoca ai malati mentali. Gli si riconosce a tutt’oggi il merito di avere messo in relazione la scrittura con le condizioni fisiche e mentali degli scriventi.

Il sistema di interpretazione della scrittura elaborato dell’abate Michon, quantunque farraginoso, ebbe un grande successo e richiamò l’attenzione di scienziati e medici, i quali cercarono di controllarne le affermazioni e di apportare un poco d’ordine in quella vasta congerie di regole.

Primo fra tutti spicca Crepieux-Jamin (Francia 1859-1940), dentista di professione e considerato oggi il caposcuola della grafologia francese. Storia della grafologia

Egli, leggendo le opere di Michon, ne rimase affascinato. Tutte le sue pubblicazioni hanno come oggetto lo studio della scrittura e per la prima volta in assoluto applica la grafologia alla criminalistica, scrivendo i primi manuali di grafologia forense. Tra le teorie di Michon, Jamin riprende e accetta il principio secondo il quale ogni qualità psichica si manifesta attraverso un complesso di proprietà grafiche; quindi, invece di analizzare minutamente le particolarità di ogni scrittura, egli cerca di metterne in vista i caratteri generali: costituisce così circa 175 specie di peculiarità grafiche, raggruppate secondo sette punti di vista. Ogni scrittura può essere classificata secondo parecchie specie, in funzione delle caratteristiche che si prendono in considerazione. Dalla somma delle indicazioni così desunte, il Crépieux-Jamin deduce la descrizione della personalità dello scrivente.

Jamin diventa famoso per avere preso parte, in qualità di perito grafologo, nel famoso ‘Affaire Dreyfus’ (1094); il caso giudiziario che ne è derivato è spesso visto come un simbolo moderno e universale di ingiustizia. Per la prima volta una super-perizia grafologica, con enormi ripercussioni mediatiche a firma di Jamin, risolve il complesso caso e soprattutto rende giustizia ad un innocente.Storia della grafologia

Processo a Dreyfus

In Germania, il filosofo Ludwig Klages (1871-1956) pubblica I problemi della grafologia. Abbozzo ad una psicodiagnostica (1910), Scrittura e carattere (1917), Introduzione alla psicologia della scrittura (1927). Compie importanti studi sulla ‘caratteriologia’ ed elabora, in un’ottica ontologica, quelli che sono i processi fondamentali della personalità. A Klages viene riconosciuto il merito di aver facilitato l’inserimento della grafologia nel novero delle scienze umane.

Il ‘900 è stato un secolo proficuo e determinante per l’apporto scientifico alla grafologia.

Max Pulver (1889-1952) riprende e rettifica il metodo di Klages nei punti in cui appariva poco chiaro e incoerente rifiutando però il condizionamento delle pregiudiziali filosofiche. Pulver si interessa di storia, linguistica, filosofia e arte. Docente di psicologia a Zurigo fu legato da intensa amicizia con S. Freud e C.G. Jung. Critica ai suoi predecessori di non avere competenze psicologiche.

Per la prima volta attribuisce all’espressione grafica un importante valore simbolico, assegnando significato non soltanto alla scrittura ma anche allo spazio che la raccoglie. Notevole importanza riserva alla firma, che studia come gesto grafico unico ed individualizzante, una ‘biografia condensata dell’individuo’.

Le teorie di Pulver sono alla base della grafologia moderna e vengono tutt’oggi utilizzate nell’analisi della scrittura.

Storia della grafologia

Pulver – Simbolismo dello spazio grafico

In Italia Girolamo Moretti, considerato il caposcuola della grafologia italiana, elabora un sistema di studio della scrittura basato su misurazioni dettagliate.

Con Moretti nasce il metodo della misurazione e della verificabilità scientifica. Dopo avere approfonditamente studiato le teorie dei suoi predecessori, rielabora le ‘norme’ interpretative della scrittura proposte dalla scuola francese e tedesca, ed inizia a elaborare un proprio sistema di interpretazione psicologica della grafia che lo ha impegnato intensamente e ininterrottamente per tutta la vita. Nel 1914 pubblica, con lo pseudonimo di Umberto Koch, la prima bozza del sistema grafologico Manuale di grafologia, proponendo regole interpretative originali relative all’intelligenza, al sentimento e alla fisionomia. La decisione di usare uno pseudonimo fu dettata da un aneddoto particolare; gli venne richiesta un’analisi sulla grafia del Duce e di lui scrisse: «Intelligente ma emotivo, per cui, in condizioni di stress, è condizionato dalla paura». Per quanto mostrasse indifferenza, Mussolini non gradì e fece pervenire a Moretti un altro appunto con una grafia alterata. Di risposta Moretti fece riferire al Duce: «Dite a Sua Eccellenza che in questa scrittura la paura emerge anche meglio!». Mussolini furibondo minacciò di inviarlo al confine (da un’intervista a Fermino Giacometti).

Piuttosto noti sono i sui studi sulle scritture di D’Annunzio e di Eleonora Duse. Studiò decine di migliaia di grafie, scrisse e pubblicò numerosi testi monotematici, compreso un Trattato scientifico di Perizie Grafiche dove mise in discussione, dimostrandone i macroscopici limiti, il vecchio metodo calligrafico.

Nel XX° secolo la grafologia entra a pieno titolo nel novero delle scienze umane, viene perfezionato da autori moderni il metodo Italiano e Francese. I campi di applicazione diventano molteplici: nell’ orientamento scolastico e professionale, nella rieducazione alla scrittura nei casi di disgrafia e in ambito forense.

La consulenza del grafologo forense è richiestissima dall’Autorità Giudiziaria e da privati; questo tipo di accertamento tecnico rientra nelle numerose specialità della criminalistica ed applica rigorosi protocolli di indagine.

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