Edizione n. 4

Nel precedente numero di Spels Academy ho apprezzato l’articolo di Andrea Marcheselli sul “Sommo deliquio” di Dante, che interpretava le sue cadute come espedienti poetici. Un cardiologo, però, avrebbe visto in quei mancamenti una possibile sincope riflessa. Dante avrebbe potuto appartenere al gruppo dei pazienti con recidive frequenti e pochi prodromi, quindi a rischio di traumi e con qualità di vita compromessa. Dopo la valutazione clinica e un Tilt Test per identificare la risposta emodinamica, la scelta terapeutica sarebbe stata un loop recorder per documentare eventuali eventi asistolici e selezionare i casi candidabili a pacemaker. Il pacing è utile in pazienti senza cardiopatia strutturale con pause spontanee, blocchi atrioventricolari o sincopi a “bassa adenosina”. In altri casi servono manovre di contropressione e una revisione dei farmaci antipertensivi.

Questa riflessione introduce il congresso della Rete delle Neurocardiologie, che si terrà a Roma l’1 e 2 febbraio 2018, dedicato a sincope, disautonomia e malattie neurocardiologiche.