Il castello Theodoli di Sambuci
di Roberto Giagnoli
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Il castello ha seguito l’evolversi delle vicende storiche di Sambuci, divenendo di proprietà delle famiglie nobili che si avvicendarono nel tempo, quali gli Orsini, gli Zambeccari, gli Astalli, i Piccolomini ed infine i Theodoli.
La sua forma è quella di un quadrilatero con quattro torri laterali. Nacque come casale-fortezza e dal Duecento al Seicento subì varie ristrutturazioni, fino a raggiungere l’attuale aspetto architettonico.
Per tre lati si affaccia sul paese, mentre il quarto lato si innalza su un parco a cui, nel 1878, Girolamo Theodoli connesse un bel giardino all’italiana con statue e fontane. Il castello si sviluppa su cinque livelli, di cui un seminterrato adibito alle cucine, il pianoterra a pratiche lavorative, allo studio e al culto; al primo piano vi erano le sale di rappresentanza, il grande salone per le feste e le stanze ad uso privato; al secondo piano le stanze per gli ospiti e i forestieri, mentre il terzo era destinato ai servizi.
All’interno si trovano numerose sale affrescate di notevole interesse e bellezza; nel torrione sud si trova la Sala Gerusalemme Liberata, con copertura a volta interamente affrescata con scene tratte dal poema del Tasso. Al primo piano, di grande effetto, è la decorazione del Salone delle Prospettive, del 1645, con vedute prospettiche di paesaggi incorniciati da un colonnato e scandite dalle figure monocrome di Vulcano e Ganimede, Giove e Marte, Ercole e Mercurio, Nettuno e Apollo.