Stabilimento termale di Bagni di Tivoli
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Stabilimento termale di Bagni di Tivoli

Cartoline dal passato

di Tertulliano Bonamoneta 

 

Stabilimento termale di Bagni di Tivoli

Negli anni ‘20 lo stabilimento termale di Bagni di Tivoli ebbe un notevole sviluppo e cominciò a reclamizzarsi adeguatamente anche attraverso l’uso della cartolina. In particolare, questa cartolina reca non solo un’immagine delle vasche a disposizione per i bagni, ma anche delle indicazioni sui servizi offerti, con i benefici che ne derivano. Riportiamo il testo per intero:

«Le “Acque Albule” dette dagli Antichi “le Santissime” e le “Miracolose” per le loro qua­lità potentemente toniche e radioattive e per le guarigioni sorprendenti che danno; si trovano a mezz’ora da Roma.

Gli Stabilimenti termali e balneari sono dotati di cameri­ni per bagni caldi e temperati (temperatura costante del­l’acqua 24°); di grandi vasche da nuoto e da sports, per Signore, uomini e bambini; di piazzali per tennis, foot ball, ed altri sports.

Le Acque Albule (le di cui sorgenti danno 3 metri cubi al secondo) sono miracolose nelle malattie del: Ricambio – Arterosclerosi – Gotta – Reumatismi – Nevralgie – Esaurimenti – Malattie viscerali, della pelle, ginecologiche, nei postumi di operazioni e ferite – Emorroidi. Ridonano imme­diatamente freschezza, forza, giovinezza.

Medici consulenti negli Stabilimenti».

In primo piano vediamo la Grande vasca per i non nuota­tori in cui è ben evidente la corda tesa fra le due sponde. Essa serviva per aggrapparvisi in caso di pericolo, ad esem­pio un giramento di testa, oppure per gli esercizi di nuoto nel momento di apprendere a nuotare, o ancora per separare le parti della piscina segnalando la diversa altezza delle acque, ed infine per distinguere spazi a disposizione di gruppi per particolari esercizi.

 

Stabilimento termale di Bagni di Tivoli

 

La cartolina reca come didascalia: “Acque Albule – Vasca donne”. La fotografia fu scattata ai primi del ‘900, quando permaneva la rigida distinzione fra uomini e donne ai bagni. Qui vediamo la piscina riservata alle donne con gli spogliatoi a sinistra ombreggiati dagli eucalipti, già abba­stanza sviluppati in altezza. Sulla destra sono gli ambienti in cui le donne possono bagnarsi in costume senza esse­re viste, coprendosi con i tendaggi, disposti dinanzi alle aperture. Un gruppo di esse è immerso e poggia con i piedi sul fondo, che si intuisce profondo circa un metro e mezzo.

L’apertura delle piscine nel mese di giugno era attesa da tutti i fruitori sia tiburtini che romani, e coincideva per tutti con un periodo di relax, che non ci si lasciava sfuggire. Ne parlavano giornali e scrittori, costituendo un piacevole avvenimento.

Il progetto dei vari impianti era stato realizzato dalla società “Anderloni e C.”, del quale ancor oggi si possono rico­struire le linee generali. Esso prevedeva quattro piscine che, pro­venendo dall’accesso principale, erano a sinistra una vasca per uomini (la prima delle quattro), a destra quelle delle donne (la seconda). Seguivano, dopo la Rotonda o esagono centrale, una seconda vasca per uomini (la terza) riservata al Caffè e al Ristorante, e, dalla parte opposta, un’altra vasca riservata (la quarta). In fondo allo stabilimento, a sinistra, erano situate le “vasche dei Poveri”, anch’esse divise nel settore maschile e femminile, a cui si opponeva, a destra, la “vasca degli Ospedali”.

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