mar morto
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Mar Morto a chi?

di Mara Piccoli

Quando un cardiopatico va in vacanza, certo la scelta difficilmente ricade sul Mar Morto, probabilmente per un effetto scaramantico.

Il Mar Morto, che deve il suo nome al geografo greco Pausania, è il punto più basso della terra, 420 metri sotto il livello del mare. Si è formato sul cedimento della depressione afro-asiatica, la cui faglia passa al di sotto della Valle del Giordano e di tale mare. Secondo la tradizione biblica, qui sorgevano Sodoma e Gomorra.
La salinità è molto elevata (nel mare normale in media è di 32 grammi/litro, qui raggiunge i 340 grammi/litro) come anche la densità delle sue acque, per cui si galleggia leggendo il giornale e risulta difficile nuotare.

Questo tasso di salinità così elevato non permette la vita se non per alcuni microrganismi (sul fondo in un sistema complesso di crateri vivono colonie di microrganismi resistenti ad elevate salinità), alghe ed una specie di gamberetti. Nel 1980, dopo un inverno piovoso, che aveva prodotto una ‘diluizione’ della salinità, il Mar Morto si colorò di rosso grazie alla proliferazione di un’alga. Definito dalla Organizzazione Mondiale della Sanità la più grande ed importante fonte termale del mondo, ha documentato benefici sulla salute, sia per patologie dermatologiche, reumatiche, polmonari e cardiovascolari.

E non solo i pazienti affetti da cardiopatia ischemica, ma anche gli scompensati, ed anche i portatori di defibrillatore beneficiano di questa vacanza anche breve. Nel 2011 il dott. Gabizon ha seguito, durante un breve periodo di vacanza, un gruppo di scompensati con defibrillatore, ed ha osservato un miglioramento del test del cammino, una diminuzione dell’attività del defibrillatore ed un miglioramento dei test sulla qualità della vita (QoL score). Non si è osservato nessun deterioramento della funzione cardiaca. Probabilmente l’atmosfera rilassante della vacanza, associata ad una elevata pressione barometrica, ad una saturazione di ossigeno più alta e all’aria secca, giocano un ruolo importante. Vi sono inoltre dati su atleti dove – a tali altitudini – si incrementa il livello di ACTH e si riduce il livello dei lattati, con miglioramento delle performance. Ma anche la qualità della vita della popolazione locale affetta da malattie croniche è migliore.

Mar Morto a chi?

L’unica accortezza sta nel porre la giusta attenzione al magnesio. In Israele, infatti, l’acqua desalinizzata rappresenta più del 50% dell’acqua potabile (J. Water Health, 2017) e la desalinizzazione rimuove il magnesio. L’ipomagnesemia è associata ad un incremento di mortalità e aritmie nei pazienti cardiopatici. Pertanto si sta considerando la reintegrazione del magnesio nell’acqua potabile proveniente dalla desalinizzazione.

Con poche accortezze, dunque, un cardiopatico può beneficiare di una vacanza sul Mar Morto e migliorare la propria qualità della vita. Tale possibilità ovviamente è consigliata a tutti, specie se stressati…

I pescatori sanno che il mare è pericoloso e le tempeste terribili,

ma non hanno mai considerato quei pericoli ragioni sufficienti

per rimanere a terra.


Vincent Van Gogh

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