Lo sport nella terza età e…oltre
 |  | 

Lo sport nella terza età e…oltre

Salute e sport

di Nicola Iacovone

Premessa

La durata della vita media è attualmente di 80 anni per gli uomini e di 85 anni per le donne. In Europa (700 milioni di abitanti) gli ultracinquantenni costituiscono il 19% della popolazione, con la previsione che, entro breve, tale percentuale salirà al 24%, mentre agli inizi del ‘900 la popolazione di anziani era pari al 4% del totale. Oggi ci sono 142 anziani ogni 100 ragazzi di età inferiore ai 14 anni, mentre nel 1983 il rapporto era di 89 a 100. È evidente che il rapporto giovani / anziani si sta spostando a favore dei secondi per la diminuzione delle nascite e per l’allungamento della vita media, e tale circostanza sta modificando l’organizzazione sociale. Diviene dunque necessario individuare e studiare soluzioni che rendano gratificante la terza età e diano benessere psico-fisico, in modo da poter ridurre o agevolare il disagio a cui spesso gli anziani soggiacciono: l’attività fisico-sportiva è una di queste possibilità.

Modificazioni organiche legate all’età

Nei soggetti anziani, da un punto di vista fisiopatologico, è facile osservare una serie di modificazioni (definite primarie) indotte dall’invecchiamento a carico dell’apparato cardio-circolatorio, polmonare e osteo-artro-muscolare. Altre modificazioni (secondarie), sono dovute ad un diminuito livello dell’attività fisica ancora possibile considerando l’età del soggetto. Con l’avanzare dell’età, infatti, si osserva una progressiva riduzione della massima gettata cardiaca (Qmax) in relazione alla diminuzione della massima frequenza cardiaca (Fcmax). Nei soggetti anziani sedentari, durante l’esercizio fisico massimale, il calo della Fcmax è compensato, in parte, dall’aumento della gettata cardiaca tramite il maggiore riempimento diastolico ventricolare (legge di Starling). Proporzionalmente alla riduzione della Qmax si osserva un decremento della massima ventilazione polmonare e della capacità di diffusione dell’ossigeno attraverso la membrana alveolo-capillare (aumento del gradiente alveolo-capillare). Anche la massa muscolare subisce un decremento con l’invecchiamento: riduzione del numero delle fibre muscolari con minime modificazioni nelle dimensioni di esse (soprattutto a carico delle fibre rapide di tipo 2). Tale fenomeno si osserva soprattutto nella muscolatura degli arti inferiori per il minor uso negli impegni della vita quotidiana.

Gli operatori del settore sanitario hanno compiuto l’errore di tenere in scarsa considerazione l’attività fisica come parte integrante del mantenimento della salute nell’anziano, poiché convinti che lo sport comporti un rischio esagerato, sottovalutando le capacità funzionali dell’anziano a causa delle scarse conoscenze tecniche e dell’erronea credenza che, ‘la necessità di esercizio fisico diminuisca con il crescere dell’età’. L’osteoporosi, la diminuita potenza aerobica e i disturbi legati alla ritardata conduzione nervosa, hanno ulteriormente contribuito nel radicare tali convinzioni.

Benefici dell’attività fisico-motoria

Il declino fisico osservabile nell’invecchiamento viene ulteriormente sollecitato dall’inattività, e la perdita della funzionalità peggiora lo stato preesistente: invece, lo sport negli anziani, migliora il tono muscolare, la mobilità articolare, la coordinazione, la flessibilità, e influisce positivamente sulla postura (migliore capacità lavorativa). Inoltre aumenta la capacità vitale polmonare e incrementa il volume cardiaco, permettendo un innalzamento del massimo consumo d’ossigeno (VO2max). Anche la pressione arteriosa ne risente positivamente: diminuisce sia la sistolica che la diastolica (effetto protettivo cardiaco con diminuita incidenza e gravità dell’infarto). Gli altri benefici da ricordare sono: migliore controllo del peso corporeo, riduzione degli stati depressivi o ansioso-depressivi, diminuzione delle algie vertebrali e, in caso di malattie vascolari periferiche, miglioramento della circolazione collaterale (si osserva un progressivo incremento della distanza da percorrere, camminando a piedi). Inoltre, la pratica sportiva nella popolazione anziana ha effetti primari anche a livello psicologico, tra i quali sicuramente l’aumento della capacità di socializzazione e l’incremento del senso di autostima e autoefficacia.

È importante ricordare che non tutte le malattie croniche invalidanti precludono l’attività sportiva nell’anziano. Le uniche patologie che riconoscono una controindicazione assoluta all’attività sportiva nella terza età sono: infarto miocardico acuto, scompenso cardiaco congestizio, angina da sforzo, miocardite attiva, embolie recenti, aneurismi sistemici, infezioni acute, tromboflebiti, tachiaritmie minacciose e stenosi aortica severa (American College of Sport Medicine). Infatti, il 30% della popolazione con oltre 65 anni di età può essere colpita da ischemia miocardica silente o sintomatica, durante esercizio fisico.

Quale sport nella terza e oltre età?

La prima regola da osservare, nella prescrizione di esercizio fisico nella terza età, si basa sull’incremento graduale e progressivo della capacità fisica. L’incoraggiamento, la pazienza e la sensibilizzazione, sono essenziali nella riuscita del programma, considerando che, per molti anziani, l’inattività è perdurata per diversi anni e che, di conseguenza, le sensazioni di stanchezza e di dolore che riaffiorano alle prime sedute di allenamento potrebbero creare difficoltà e precoci abbandoni. Con la stessa accortezza bisogna insegnare loro a riconoscere quale è il livello di guardia oltre il quale si possono creare danni organici e a diminuire l’intensità del lavoro o a interrompere la seduta di allenamento prima di superarla. La personalizzazione del programma di allenamento e la pratica graduale di esso sono requisiti fondamentali, da non dimenticare.

Gli sport maggiormente indicati per gli anziani sono gli sport isotonici. Tra essi ricordiamo, in particolar modo: il cammino ad andatura sostenuta (jogging), il nordik walking, il ballo sportivo, lo sci di fondo, il nuoto ed il ciclismo (tutti sport con coinvolgimento di grosse masse muscolari in maniera ritmica e regolare). Con la pratica di essi (sport aerobici) si verifica un aumento della funzione cardio-circolatoria, polmonare e osteo-artro-muscolare, Ciò comporta aumento della resistenza, dell’agilità, della coordinazione e dell’equilibrio, e tende a rafforzare la muscolatura, riducendo i rischi di cadute e la conseguente possibilità di fratture, con un miglioramento globale della qualità della vita indipendente per un maggior numero di anni. Controindicati sono gli sport isometrici (anaerobici lattacidi ed alattacidi): sollevamento pesi, salti, scatti, balzi e lanci. Tali discipline, infatti, aumentano violentemente la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa sisto-diastolica. È indicato, al massimo, praticare esercizi con piccoli pesi per gli arti superiori.

Gli sport consigliati dovrebbero essere praticati 3 o 4 volte la settimana. Le prime sedute saranno di 10-15 minuti di lavoro e, gradualmente, arriveranno a 50-60 minuti ognuna. L’intensità sarà sempre del 65-75% della massima frequenza cardiaca (220 – età del soggetto). È buona norma far precedere ad ogni seduta di allenamento un adeguato riscaldamento muscolare con esercizi di progressiva flesso-estensione delle articolazioni e, cessato l’allenamento, è opportuno eseguire esercizi di defaticamento (camminare ad andatura lieve-moderata). Il pasto che precede l’allenamento deve essere consumato almeno 2 ore prima . In caso di caldo eccessivo, caldo-umido o freddo ambientale, è consigliata la riduzione dell’intensità del lavoro.

L’elaborazione di alcuni dati pubblicati recentemente dal Ministero della Salute hanno evidenziato che un aumento dell’attività fisica determinerebbe un minor costo per il Servizio Sanitario Nazionale in termini di prestazioni specialistiche e diagnostiche ambulatoriali, trattamenti ospedalieri e terapie farmacologiche, per un importo pari ad Euro 2.331.669.947.

Non cercare l’impossibile, ma trova il possibile:

questo è il vero traguardo nello sport.


Anonimo

Articoli simili

  •  |  | 

    La BiancaNeve che uccide …

    L’impatto sociale, economico e sanitario delle dipendenze in generale – ed in particolare di quella da cocaina – catalizzano costantemente l’attenzione dei media, oltre ai titoli di cronaca giudiziaria. La droga è qualsiasi sostanza chimica o vegetale ad azione eccitante, stupefacente od allucinogena, che sia capace di intervenire ad alterare l’equilibrio psico-fisico di chi la assume, ed infine di provocarne la dipendenza. L’uso abituale di farmaci capaci di alterare le facoltà mentali dell’uomo è un fenomeno storicamente antichissimo, esteso a civiltà differenti ed ai più diversi gruppi etnici.

  •  |  | 

    AtTAKO al cuore

    Quella mattina di settembre il tempo a Boston era perfetto, come nel resto del New England, ed alle 8:05 il decollo del Boeing 767 dell’American Airlines 11 con destinazione Los Angeles era avvenuto in orario. Dopo il raggiungimento della quota di volo, effettua improvvisamente un’anomala virata verso Sud, in direzione di New York City ed alle 8:46 termina il suo viaggio tra il 93° e il 99° piano di uno degli edifici più alti del mondo, la Torre Nord del World Trade Center.

  •  |  | 

    Raro ma non troppo!

    Il termine ‘raro’ si usa per descrivere fenomeni infrequenti da osservare e che di conseguenza, pur avendoli per anni sotto gli occhi, non vengono riconosciuti. È questo il caso delle patologie classificabili come ‘malattie rare’. Un dramma nel dramma poiché oltre ad essere difficilmente o per nulla curabili, costringono il paziente a bussare alla porta di molti specialisti senza ricevere per anni una risposta al perché dei loro sintomi, senza poter dare un nome alla loro malattia.

  •  |  |  | 

    Ciclismo su strada e nutrizione

    Ogni popolazione sviluppa, in funzione dei bisogni, della disponibilità alimentare e
    della propria cultura, un suo specifico modello dietetico, che viene in origine generalmente riprodotto e tramandato attraverso il suo nucleo familiare.
    Nel tempo, questo schema iniziale viene modificato perché l’individuo cambia le sue abitudini e le esigenze fisiche e sociali.

  •  |  |  | 

    Il Terapeuta – The Therapist

    Le opere dell’artista belga René François Ghislain Magritte (1898-1967) non vogliono nascondere nulla, né dare un significato, ma soltanto evocare il mistero della vita, in quanto la mente adora l’ignoto ed ignoto è lo stesso significato della mente. Attraverso un illusionismo onirico riesce a rappresentare su tela le libere associazioni di idee ed i misteriosi meccanismi dell’inconscio, attraverso la contrapposizione di elementi reali che, affiancati, creano però immagini assurde. Più di altri, Magritte ebbe la capacità di insinuare dubbi sul reale, non per intrepretarlo ma per mostrarne il mistero indefinibile, motivo per cui criticava gli altri surrealisti per la loro passione ed insistenza sull’analisi psicologica freudiana, ritenendo che le uniche persone bisognose di psicoterapia fossero gli psicologi stessi.

  •  |  | 

    Il male: una cattiva interpretazione del bene?

    Nella visione empiristica di Hobbes (1588-1679), il bene ed il male derivavano all’uomo soprattutto dal modo, più o meno completo, con cui le azioni stesse sono in grado di appagare i desideri del singolo individuo e, pertanto, bene e male variano, secondo Hobbes, da individuo a individuo. Per S. Agostino (354-430) più che di male si doveva parlare di errore poiché l’intelletto coglie sempre il vero del senso delle singole cose che sono, altrimenti sarebbe impossibile progredire o trovare qualsivoglia specificità del senso della realtà.