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Perdere la bussola al tempo della pandemia
Tutti i medici a vario livello e ruolo, con gli instancabili infermieri e gli operatori della sanità, in questi giorni stanno affrontando in ospedale, con un eccezionale senso di responsabilità e abnegazione, questa dilagante pandemia. Se la guerra si vince sul territorio, le battaglie più cruente si combattono in ospedale.
Il crepuscolo del Warfarin
Il 25 settembre del 1955 , il presidente Dwight David “Ike” Eisenhower è alla fine delle sue vacanze in Colorado. Nel pomeriggio ha fatto 25 buche sul campo di golf della Lowry Air Force Base, dove è ospite con la moglie Mamie, e pescato in un ruscello che attraversa la zona. Alle 22 dopo cena, si ritira in camera e si addormenta.
Il cardiopatico: dal riposo a letto alla palestra
Nel 1993 l’OMS definì la Riabilitazione Cardiologia, dopo un lungo percorso clinico e organizzativo, come
ogni attività necessaria per assicurare ai disabili cardiaci una condizione fisica, mentale e sociale ottimale che consenta loro di occupare, con i propri mezzi, un posto, il più normale possibile, nella società attiva.
La pressione dei migranti
Sono ormai lontani i tempi in cui la nostra gente si imbarcava su piroscafi in disarmo per ‘cercare fortuna’ in America e approdava, dopo settimane di navigazione e tribolazioni, nella baia di New York, sull’isolotto artificiale di Ellis Island, l’Isola delle Lacrime, antico arsenale militare, che dal 1892 al 1954 divenne il principale punto d’ingresso per milioni di aspiranti cittadini statunitensi.
Cuore da Covid
Il 20 febbraio 2020 Mattia, un podista trentottenne di Codogno, viene ricoverato in rianimazione per una grave polmonite bilaterale atipica. Risultato positivo al SARS-CoV-2, viene considerato il paziente Uno, benché rimanga l’enigma di chi sia stato il paziente Zero, in quanto il suo amico, rientrato dalla Cina e con cui aveva cenato sere prima, era risultato negativo.
Nel labirinto del cuore
Scorrendo la storia della medicina si resta meravigliati nel constatare che fino a tre secoli fa si riteneva che molte delle emozioni originassero o nel cuore o nella colecisti, nei polmoni, nel fegato o nei visceri. Non si poteva neanche lontanamente immaginare che l’emotività potesse essere regolata da meccanismi situati a livello del sistema nervoso centrale. Questa errata nozione era da sempre stata dominante fin dai primordi della civiltà.