I misteri dei giardini di Villa d’Este
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I misteri dei giardini di Villa d’Este

La fantastica maestosità del Giardino di Villa d’Este, con i suoi “teatri delle acque”, con le fontane “musicali”, come la Fontana della Civetta che, grazie a ingegnosi meccanismi, produce il cinguettio degli uccelli, interrotto all’apparire di una civetta, o la Fontana dell’Organo, che
emette il suono musicale dello strumento, per non parlare delle fontane dotate di scherzi d’acqua, che sorprendono gli spettatori con improvvisi getti, stupisce il visitatore trasportandolo nell’epoca in cui fu concepita, da Pirro Ligorio per il Cardinale Ippolito II d’Este, tale straordinaria scenografia.

Villa d’Este e il Giardino delle Esperidi
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Villa d’Este e il Giardino delle Esperidi

La fatica non vinse mai Ercole, né il dolce piacere l’animo del casto
Ippolito. Per amore di entrambe queste virtù (forza e castità) Ippolito
(d’Este) dedica questi giardini ad Ercole ed Ippolito.
Le mele d’oro che Ercole sottrasse (nel Giardino delle Esperidi) al
dragone addormentato, ora le possiede Ippolito (d’Este), il quale, memore di
ciò, volle che questi giardini fossero consacrati all’autore del dono (Ercole)”

Villa d’Este dimora degli dei
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Villa d’Este dimora degli dei

Entrare in Villa d’Este pensando di visitare semplicemente una lussuosa dimora, un palazzo dove la ricchezza sfoggia i propri capricci, può precluderci un piacere più sottile, da assaporare privandoci di qualunque pregiudizio.Successivamente vennero apportate modifiche
ed aggiunte dai vari proprietari che ne entrarono in possesso: i Colonna, Maffeo Barberini Colonna di Sciarpa, Camillo Massimo, Marcantonio Brancaccio.
Tuttavia, l’insieme della costruzione presenta una certa omogeneità, dovuta all’utilizzo costante della pietra locale e dei mattoni nelle varie fasi edilizie.

La città rappresentata
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La città rappresentata

Quando l’arte rappresenta e illustra una storia, può farlo, dando di un evento, una infinita serie di sfumature, suscitando una gamma di sentimenti che vanno dallo stupore all’ammirazione, da un senso di soggezione ad un moto di orgoglio, o di prostrazione, può essere estremamente commuovente, come può invece assumere un razionale
significato didattico, ma, tutte queste reazioni, di vario tipo, raggiungono sempre lo scopo di accomunare il sentimento di quanti percepiscono l’immagine.

Dal fiume alle mura
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Dal fiume alle mura

Il fiume Aniene arriva ai piedi di Tivoli, dopo averla attraversata, per dirigersi verso Roma.
Un tempo via navigabile anche per il trasporto del travertino dalle cave tiburtine verso la Capitale, per un attimo vorrebbe forse tornare sulle fresche alture e alle gioiose cascate, e lo fa, risalendo in rare nebbie che lentamente si attardano e accarezzano l’amato paesaggio ai piedi della città.

Qualcosa che non si era notato
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Qualcosa che non si era notato

Un intricato gioco di viuzze disorienta anche chi è passato in questi vicoli tante volte ma che troverà sempre qualcosa che non aveva notato prima; la bellezza di un capitello incastonato nel muro, un arco, un affresco.
In questi quartieri l’occhio si perde, attratto e sopreso da una moltitudine di dettagli.