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Sicurezza su strada e ciclabili: rischi e comportamenti corretti per la prevenzione di incidenti
Il covid-19 ci sta lasciando in eredità una mobilità diversa.
Le difficoltà connesse all’uso dei mezzi pubblici, dovute al distanziamento personale, e il rischio di un’ulteriore esplosione dell’uso del mezzo privato, con l’insorgere di ingorghi che in alcune città rasentano il paradosso della circolazione – e cioè la quantità di suolo occupato per numero di veicoli che rende impossibile la circolazione – rappresentano solo l’aspetto di maggior impatto.

Il ruolo di una corretta postura nella biomeccanica del ciclista
Molti studi scientifici testimoniano dell’impatto positivo dell’andare in bicicletta sul nostro organismo. Si può considerare il mezzo ideale per promuovere la salute divertendosi e facendo gruppo. Il ciclismo, oltre ad essere praticato da atleti agonisti, è praticato anche da atleti ‘amatori’ giovani e meno giovani …

Non c’è solo il male …
Gli stati d’animo vissuti nei giorni di maggiore allerta della pandemia, mi hanno evocato due letture che hanno entrambe a che vedere con la guerra e la lotta interiore. La prima è “Una vita sospesa 1938-1945” del neuroscienziato Giulio Levi che negli anni della pensione si dedica con successo a scrivere libri per bambini. O meglio, libri che narrano storie viste con gli occhi dei bambini ma in qualche caso scritte per gli adulti affinché acquistino consapevolezza e conservino la memoria.

Le grandi ciclovie che cambieranno l’Italia. In meglio.
Quando 10 anni fa abbiamo presentato il progetto VENTO, la lunga ciclabile che andrà da VENezia a TOrino per 700km lungo il grande fiume Po, avevamo un sogno preciso: immaginare un filo sottile, ciclabile e camminabile, con il quale aiutare le aree più interne e fragili del Paese a rigenerarsi, attraverso un meccanismo leggero, gradevole e capace di tenere assieme l’urbano e il non urbano, il turismo con la sostenibilità, l’identità e la diversità di quei luoghi così fragili con l’urgenza di generare occupazione duratura, per i giovani e senza snaturare il senso dei luoghi.

Anatomia di una pandemia
Il 4 marzo 1918 un ranciere dell’esercito americano di nome Albert Gitchell – di stanza in un campo di addestramento nel Kansas – si presenta in infermeria lamentando mal di gola, cefalea e febbre. Già all’ora del rancio di mezzogiorno i casi erano diventati cento e la crescita successiva avrebbe mantenuto un ritmo sostenuto, tanto da creare un rilevante problema organizzativo.

Riflessioni di un medico di medicina generale al tempo del coronavirus
È trascorso ormai più di un mese dall’inizio dell’epidemia sostenuta da un virus del tipo Coronavirus ed è già tempo di bilanci e riflessioni sullo stravolgimento che tale fenomeno ha apportato alle nostre vite professionali e personali. E la prima riflessione è proprio sulla percezione interna del tempo. Chi può dire che una giornata passata nel corso della quarantena ha la stessa valenza psicologica e di durata di quella a cui eravamo abituati?