Michelangelo: curiosità anatomiche nell’opera di un Genio (II)
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(parte seconda)
di Sergio Cicia
La Pietà
Verso il 1494, Michelangelo è costretto a fuggire da Firenze, che stava per essere presa da Carlo VIII. In un primo momento si recò a Venezia e Bologna per poi trasferirsi, per un breve periodo (1496-1501) a Roma dove, su commissione del cardinale Jean Bilheres, realizzò la Pietà vaticana.
La struttura è visibilmente piramidale, con la veste della Madre che si allarga verso il basamento e le gambe divaricate per meglio armonizzare con lei il corpo orizzontale del Cristo. I due personaggi principali sono estremamente levigati, a differenza del basamento, che risulta essere scolpito piuttosto grossolanamente.
Se si osserva attentamente il braccio destro di Cristo, si notano le vene dell’avambraccio e del dorso della mano ben evidenti, ripiene di sangue. Ciò non è assolutamente possibile perché Gesù fu crocefisso con le braccia in alto e le vene avrebbero dovuto essere vuote. Potrebbe sembrare che Michelangelo non fosse a conoscenza dell’esistenza delle valvole venose o che abbia voluto scolpire un vivo, non un morto.
Il fatto che la Madonna abbia un volto molto giovane, suscitò non poco scalpore, ma Michelangelo abilmente si difese lasciando intendere questo concetto: «La castità, la santità e l’incorruzione preservano la giovinezza».
Il David
Il David è largamente considerato un capolavoro della scultura rinascimentale. Alcuni artisti e storici dell’arte si spingono a dire che sia l’oggetto più bello creato dall’umanità. Con il David si rinnova il canone della bellezza maschile rinascimentale, un corpo atletico al culmine della forza giovanile espresso da forme nate da uno studio attento dei particolari anatomici, come la torsione del collo attraversato da una vena e dalla struttura dei tendini, come le vene sulle mani e sui piedi, la tensione muscolare delle gambe, contratta quella di destra su cui si appoggia il peso, distesa quella di sinistra, che si allunga per il movimento, la perfetta muscolatura del torso, lo sguardo fiero e concentrato rivolto al nemico, le ciglia aggrottate, le narici dilatate e la leggera smorfia sulle labbra che forse tradiscono un sentimento di disprezzo verso Golia. L’osservatore non capisce bene se David è ritratto nel momento che precede o che segue l’azione. Nonostante, però, Michelangelo, avesse una grande conoscenza dell’anatomia umana, nel David vi sono alcune imperfezioni anatomiche. Osservandolo, infatti, è evidente una generale asimmetria delle proporzioni, con la porzione superiore del corpo e la testa, sede del pensiero che guida le azioni, proporzionalmente più grande della porzione inferiore. Michelangelo deliberatamente fece sproporzionate le parti del corpo. La mano destra è più grande della sinistra con l’abduttore del mignolo ipertrofico, che Michelangelo si inventa per dare maggiore forza espressiva al suo movimento, e una riduzione innaturale della spalla dovuta alla mancanza di materiale su cui lavorare. Per comprendere pienamente la scultura l’osservatore deve girargli attorno e scopre che l’aspetto del David cambia drammaticamente. Il lato destro della statua è liscio e composto, mentre il lato sinistro dal piede sinistro sporgente fino in alto alla capigliatura scomposta è attivo e dinamico. Eppure, la più significante anomalia è negli occhi che sembrano manifestare uno strabismo divergente.








Il visitatore che gira attorno alla statua ne può vedere solo uno per volta. Michelangelo usa l’esodeviazione come uno strumento artistico. Avvicinandosi alla statua da sinistra, si può notare che l’occhio sinistro guarda verso l’osservatore come se stesse mettendo a fuoco furbescamente il gigante Golia. L’occhio destro, invece, non è pienamente visibile perché nascosto dalla fionda. Se invece si è a destra della statua o si gira verso destra, l’occhio destro rimane visibile ma il sinistro scompare. Michelangelo deve aver calcolato ogni angolo e considerato la posizione dell’osservatore quando scolpì gli occhi. L’occhio sinistro si accorda con la direzione in cui il corpo intende muoversi, David dovrebbe lanciare il sasso verso la sua sinistra e l’occhio, naturalmente, dovrebbe fissare il suo sguardo in quella direzione. L’occhio destro, in accordo con il resto del corpo visto dal lato destro, riflette perfettamente quelle qualità che i commissionari della statua volevano che riflettesse: potere, astuzia, intelligenza. La ragione più probabile per cui questi dettagli non furono conosciuti per secoli è che la gran parte degli osservatori non ha potuto fisicamente esaminare la statua al livello degli occhi e da vicino. La statua, alta 5,17 metri, posizionata su un alto piedistallo, doveva essere vista da sotto e, presumibilmente, a distanza.
È difficile, comunque, pensare che un David strabico abbia potuto colpire con una fionda Golia. Nel 1999, Marc Levoy, professore d’ingegneria informatica dell’Università di Standford, nell’ambito del Digital Michelangelo Project, ottenne al computer un modello tridimensionale che permetteva l’osservazione dell’opera da diversi angoli, con diverse intensità di luce e di colori. L’immagine digitale diretta e frontale, una prospettiva non facilmente ottenibile con la fotografia tradizionale e certamente non da terra, indica che il David è strabico.
In un articolo del 1971, un urologo americano, commentando il David, pose il problema della circoncisione.
Si rimane piuttosto stupiti nel vedere che, nella raffigurazione di un rappresentante del popolo ebraico, l’artista mostra il pene non circonciso. Le spiegazioni a quest’enigma storico sono molteplici, non essendo possibile, per un uomo della sua cultura, l’ignoranza del fatto. Forse Michelangelo si prese delle libertà artistiche come aveva fatto in altre occasioni, oppure, come postulano alcuni, attaccò la faccia e le armi di un ebreo al corpo del gigante Golia. O, infine, per timore della disapprovazione della Chiesa nel rappresentare un così ovvio segno di giudaismo come un pene circonciso. Un David circonciso potrebbe essere stato politically incorrect.
La spiegazione è probabilmente più semplice: benché la circoncisione fosse praticata diffusamente, nell’arte rinascimentale era costume non ammettere gli effetti di questa operazione. Ciò è ben visibile nelle numerose rappresentazioni contemporanee di Gesù Bambino che non è mai mostrato circonciso, benché la circoncisione fosse obbligatoria tra i Giudei.
Un’ulteriore discussione circa l’accuratezza anatomica delle sculture di Michelangelo è sorta anche riguardo la statua della Notte, scolpita nel 1524, che si trova nelle Cappelle Medicee (monumento tombale creato dallo scultore nella Chiesa di San Lorenzo a Firenze). Nella statua della Notte la forma del seno appare innaturale. Gli storici dell’arte hanno discusso per secoli sul significato di questa scultura. Alcuni ritengono, che l’artista non avesse mai visto una donna nuda e dunque la deformità del seno sinistro della Notte rifletta la supposta mancanza d’interesse e la poca familiarità di Michelangelo con il nudo femminile. Altre possibili spiegazioni sono che Michelangelo abbia eseguito la scultura usando un modello maschio aggiungendo un seno femminile e, in effetti, le cosce, il collo e le spalle della figura sono più maschili che femminili. Era pratica comune usare modelli maschili, anche per le donne, poiché le modelle erano più rare e costose. Secondo due studiosi americani, l’oncologo James J. Stark e lo storico dell’arte Jonathan K. Nelson, la Notte di Michelangelo aveva il cancro al seno. Esaminando la statua, i due studiosi hanno individuato tre anomalie nel seno sinistro, a loro avviso indizi inconfutabili di uno stadio avanzato del tumore alla mammella: la sporgenza del contorno del seno, un rigonfiamento in prossimità dell’area del capezzolo e un’area affossata a lato di quest’ultimo.
Gli studiosi moderni concordano che l’aspetto inusuale del seno della Notte sia intenzionale e non dovuto ad un errore. È molto probabile che egli non solo conoscesse bene l’anatomia, ma anche la patologia del corpo femminile. Sebbene il cancro della mammella non fosse comune nel 1sedicesimo secolo – l’aumento dell’età media ha contribuito ad aumentarne l’incidenza – non era certo sconosciuto: è possibile che Michelangelo avesse ispezionato attentamente una donna con cancro della mammella avanzato ed aveva riprodotto accuratamente i segni fisici nella pietra, oppure, anche se egli non aveva visto la malattia in una modella, poteva aver studiato il cadavere di una donna visto che le autopsie a quei tempi erano legali.
Quel che dà più fastidio alle statue di marmo
è che hanno sempre i piedi freddi.
Ramón Gómez de la Serna