I tiburtini e l’incoronazione della Madonna delle Grazie
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I tiburtini e l’incoronazione della Madonna delle Grazie

La concessione Vaticana è ottenuta, il tanto desiderato atto di omaggio e devozione è fattibile, iniziano i preparativi. Siamo nel Gennaio del 1851; il Canonico decano della Basilica Vaticana, Monsignor Francesco de Pichi, già Vesovo di Tivoli per tredici anni, ha accolto le parole e preghiere del popolo tiburtino a lui presentate; si realizza il desiderio nato all’indomani del 8 giugno 1755 quando furono coronate le immagini sacre di Maria e Gesù Bambino venerate nella chiesa di Quintiliolo…

Papa Simplicio
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Papa Simplicio

Nato in Tivoli in data ignota da Castino, console per Onorio in Spagna (o da Cola Giordano, come da altri sostenuto), nulla si sa della giovinezza di Simplicio; prese i voti non ancora ventenne e – «…fornito a dovizia delle più eminenti virtù, ed arricchito d’ogni umano e divino sapere…» – nei pontificati di Sisto III, Leone Magno, Ilario, combatté vittoriosamente l’eresia Palagiana (che sosteneva non essere necessari il Battesimo e la Penitenza); il 3 marzo 468 assurse al soglio Pontificio e vi rimase quindici anni durante i quali ebbero luogo eventi decisivi per la storia della Chiesa, di Roma, del mondo (5, 9).

Papa Giovanni IX
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Papa Giovanni IX

Dopo la fine dell’Impero Romano d’Occidente (476) e le invasioni barbariche, Roma rimase capitale ‘morale’ grazie alla presenza del Papa e all’espansione della fede cattolica. Bisanzio, capitale dell’Impero d’Oriente, troppo lontana dai territori dell’Occidente, non intervenne in difesa di Roma durante le invasioni, preferendo mantenere il ben più ricco e più facilmente difendibile mercato d’Oriente e la supremazia ‘morale’ sui conquistatori avvicendatisi in Europa; ma alla metà dell’ottavo secolo Pipino, Re dei Franchi e capostipite della dinastia Carolingia, chiese a Papa Stefano II – ed il Pontefice concesse – l’unzione papale come riconoscimento della legittimità della sua autorità.

Gericomio
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Gericomio

Con la messa in opera dell’acquedotto Claudio e dell’Anio Novus iniziati da Caligola e terminati dall’Imperatore Claudio (52 d.C.) la sete della grande capitale in espansione, circa 1 milione di abitanti già all’epoca, veniva meno; uniti all’Anio Vetus (272 a.C.) e all’Acqua Marcia (144 a.C.) apportavano all’Urbe il 75% del fabbisogno totale; l’acqua necessitava in Roma in grande quantità e non solo come fonte primaria di sopravvivenza ma anche per i giardini, le ville, le terme urbane e soprattutto per gli orti e le coltivazioni.

I cunicoli di Papa Gregorio
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I cunicoli di Papa Gregorio

Così Van Wittel (Vanvitelli) rappresenta la cascata dell’Aniene in Tivoli nel 1720; la veduta è spettacolare: l’Acropoli in primo piano, il ponte e la chiesa di San Rocco, la città sullo sfondo, lo scorrere del fiume… Già i Romani in epoca Repubblicana, poi Imperiale, avevano canalizzato le acque allo scopo di favorire il lavoro dei mulini e degli agricoltori, abbellire ville e monumenti, e l’antica via Valeria connetteva i due lati del Regno favorendo gli scambi culturali e commerciali.

Navigabilità dell’Aniene
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Navigabilità dell’Aniene

Già Strabone (60a.C. – 23d.C.) parla della possibilità di navigare l’Anius, ossia l’Aniene, allo scopo di far giungere nella Roma Imperiale il lapis tiburtinus, la ‘pietra di Tivoli’, per l’edificazione dell’Urbe:

«…Tivoli città, presso la quale è un tempio ad Ercole dedicato, ed una precipitosa caduta, che il navigabile Aniene fa da un altissimo luogo, precipitandosi in una profonda valle, tutta di selve vestita fino alla città, quindi ubertosissime campagne percorre…»

La zecca di Tivoli
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La zecca di Tivoli

Papa Pio VI°, al secolo Giannangelo Braschi, di nobile famiglia, appena diciottenne già laureato in Diritto, fu eletto al soglio pontificio nel 1775 (250° successore di San Pietro); nella sua attività pastorale celebrò l’anno santo del 1775, approvò la traduzione in italiano della Bibbia, emanò un editto di tolleranza nei confronti del Protestantesimo, si trovò ad affrontare le conseguenze della Rivoluzione Francese del 1789 e la successiva rottura unilaterale del concordato;